Shoah

Il termine shoah, che in lingua ebraica significa “desolazione, catastrofe, disastro”, indica lo sterminio di milioni di ebrei avvenuto nei Lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Gli adolescenti e la shoah

Il percorso si apre con due film dedicati a figure di adolescenti coinvolti nell’assurdità della barbarie nazista contro gli ebrei. Il primo (Il diario di Anna Frank di Stevens) è tratto dalle memorie quotidiane di una ragazza olandese, vittima della persecuzione razziale. Il secondo (Arrivederci ragazzi di Malle) è invece il racconto della vicenda di un adolescente ebreo ospite di un collegio cattolico.

Complici e oppositori della shoah

La seconda tappa del percorso mette in luce due atteggiamenti opposti di fronte alla persecuzione anti-ebraica: quello della complicità dei carnefici, sia pure intrecciata a qualche barlume di senso di colpa(La passeggera di Munk), e quello di chi, rischiando personalmente, si prodiga per salvare la vita di persone innocenti (Schindler’s list di Spielberg).

Conseguenze della shoah sulla cultura occidentale

Il tema dell’“assenza di Dio” di fronte al dramma di Auschwitz e, più in generale, le conseguenze determinate dalla shoah sulla psiche dei sopravvissuti è al centro del film del regista italiano Francesco Rosi (La tregua), ispirato all’omonimo racconto di Primo Levi.

Fantasia e cultura come antidoto alla brutalità nazista

Nei tre film che chiudono il percorso, la possibilità di resistere alla disumanità del nazismo si concretizza rispettivamente in un atteggiamento ironico di fronte al dramma della shoah (La vita è bella di Benigni; Train de vie di Mihaileanu) e nell’espressione del talento musicale (Il pianista di Polanski).