La tregua

Sinossi

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Nel gennaio del 1945 ad Auschwitz, dopo la fuga dei soldati tedeschi e l’arrivo dell’Armata Rossa, un gruppo di deportati sopravvissuti (francesi, polacchi e italiani, tra i quali lo scrittore Primo Levi) si mette in viaggio per tornare a casa. Lo stesso Levi racconta in prima persona la lunga odissea affrontata per tornare a Torino, in compagnia di vari personaggi, in un viaggio pieno di imprevisti attraverso l’Europa centrale, compiuto talvolta a piedi o su mezzi di fortuna. Il gruppo riesce finalmente ad arrivare alla stazione di Monaco, dove Levi mostra la sua divisa da deportato a un soldato tedesco, condannato ai lavori forzati: alla vista dell’indumento, il soldato si inginocchia, nel tipico atteggiamento di chi chiede perdono. Tornato a Torino, dopo aver riabbracciato la madre e la sorella, il protagonista scoprirà che la sua terribile esperienza lo ha ormai reso estraneo a un mondo ovattato e banale.

Scopo didattico

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La fine del contatto diretto con l’orrore quotidiano del Lager e della lotta per la sopravvivenza consente allo scrittore di rendersi conto del profondo trauma che ha subito e gli impedisce di essere pienamente felice per il suo ritorno alla libertà. È lo stesso sentimento che scuote l’intera cultura occidentale, assillata nel dopoguerra dal tema della presenza del Male nel mondo e dell’“assenza” di Dio di fronte alla vergogna della shoah. Di particolare efficacia emotiva risulta, in tale contesto, la scena alla stazione di Monaco, dove il soldato tedesco che si inginocchia di fronte al protagonista rievoca l’immagine di un analogo gesto compiuto dal cancelliere tedesco Willy Brandt, che, il 7 dicembre 1970, chiese perdono di fronte al monumento alle vittime del ghetto di Varsavia

Laboratorio

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 a) Spiega le ragioni del gesto del soldato tedesco, che si inginocchia davanti alla divisa dei deportati (10 righe al massimo).

b) Facendo riferimento alle testimonianze storiche della realtà dei Lager, illustra i motivi per cui Primo Levi non riesce comunque a godere pienamente della sua riacquistata libertà (15 righe al massimo).