Desiderio sotto gli olmi

Desire under the Elms

Sinossi

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Desiderio sotto gli olmi, adattamento cinematografico della pièce del premio Nobel Eugene Gladstone O’Neill, racconta le vicende della famiglia Cabot, ambientate nella tranquilla campagna del New England. Il vecchio Ephriam Cabot, un uomo rude e dispotico, ha tre figli: Simeon e Peter, nati da un primo matrimonio, e il giovane Eben, nato dalla seconda moglie. Alla morte di quest’ultima, Eben convince i due fratellastri a lasciare la fattoria per cercare fortuna a Ovest e fa sua, in prospettiva, la ricca dote della madre. Il padre, tuttavia, decide di risposarsi: sua moglie è la venticinquenne Anna, di origini italiane e dal forte temperamento. Tra Anna e Eben i rapporti sono inizialmente molto tesi, dal momento che entrambi aspirano ad ereditare la fattoria alla morte del vecchio Ephriam. Quest’ultimo promette alla donna che le lascerà tutta la fattoria se gli darà un figlio: Anna comprende che l’unico modo in cui questa possibilità si possa realizzare è diventare l’amante di Eben. La nascita del figlio, come previsto, si verifica, ma nel frattempo la giovane si è realmente innamorata di Eben. La situazione cambia quando Ephriam, venuto a conoscenza della tresca, instilla nel figlio il sospetto che Anna lo stia sfruttando per arrivare all’eredità: furente, questi decide di abbandonare per sempre la fattoria. Anna, folle d’amore, decide di dare un’estrema prova della sincerità del suo sentimento, uccidendo il nuovo nato. Eben è sconvolto dal gesto sconsiderato della donna, e chiama lo sceriffo perché proceda al suo arresto: al momento della cattura, tuttavia, si consegna anch’egli alle autorità, considerando se stesso co-responsabile dell’accaduto. Rimane il vecchio Cabot, ormai definitivamente solo, a contemplare la vuota ricchezza di cui si trova a essere l’unico -e ultimo- proprietario.

Scopo Didattico

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La visione di Desiderio sotto gli olmi è interessante in quanto rappresenta una moderna rivisatazione al mito di Fedra e Ippolito, oggetto di due grandi opere della drammaturgia antica: Ippolito di Euripide nella letteratura greca e Fedra di Seneca nella letteratura latina. In queste opere Il figlio di Teseo e dell’Amazzone Ippolita disprezza l’amore e abbraccia invece il culto di Artemide, dedito alla caccia e alla vita a contatto con la natura: per punirlo, la dea del desiderio fa innamorare di lui la matrigna Fedra, che da poco Teseo ha sposato e condotto nella sua dimora di Trezene. Venuto a sapere della tremenda passione, il giovane la respinge con furia e Fedra si suicida, accusandolo in una lettera di aver abusato di lei. Ippolito, che ha giurato di non denunciare il sentimento della matrigna, accetta e perdona la punizione del padre, il quale scaglia contro di lui la maledizione concessagli da Poseidone: un toro emerso dal mare fa imbizzarrire i suoi cavalli, che lo calpestano.
La grande differenza tra il mito classico e l’opera cinematografica è che l’amore tra matrigna e figliastro è reciproco: dopo una iniziale antipatia, tra i due esplode la passione. Sebbene l’interesse di Anna sia dapprima condizionato dalle sue aspirazioni all’eredità del vecchio Ephriam, esso si trasforma ben presto in amore sincero: un sentimento tanto forte da indurla a uccidere il proprio figlio, che le avrebbe garantito una ricchezza futura (e qui si può ipotizzare un riferimento “al contrario” al mito di Medea, assassina dei propri figli per privare l’odiato Giasone di tutto ciò che amava); dall’altra parte, anche Eben si innamora di lei, giungendo a perdonarle, alla fine del film, il gesto più atroce che una madre possa compiere.

Laboratorio

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Approfondimenti

- Il mito di Ippolito e Fedra nella letteratura greca: lettura di Euripide, Ippolito, ed. Mondadori

- Il mito di Ippolito e Fedra nella letteratura latina: lettura di Seneca, Fedra, ed. Mondadori.

- Il tema dell’amore tra matrigna e figliastro è ricorrente nei miti e nei racconti di più culture, ed è stato definito dagli antropologi “motivo di Potifar”: conosci l’episodio biblico da cui esso prende nome?

Discussione in classe

La lettura dell’Ippolito di Euripide e della Fedra di Seneca permette un confronto tra due particolari approcci al mito: quali differenze individui nei contenuti e nella forma? In che modo tali divergenze rispecchiano la fruizione delle due opere?