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Diritto alla privacy

Diritto alla privacy

Sinossi

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Edward Snowden è un informatico statunitense nato nel 1983, che ha lavorato per la Cia (Central Intelligence Agency) e per un’azienda che collabora con la Nsa (National Security Agency). A giugno del 2013 ha rivelato a due giornalisti del «The Guardian» come, attraverso le agenzie per le quali lavorava, i governi statunitense e britannico intercettassero le comunicazioni telefoniche e via internet di cittadini privati e autorità pubbliche in tutto il mondo. Snowden, che si era già trasferito a Hong Kong prima che le rivelazioni venissero pubblicate, attualmente vive in Russia, dove gode di un asilo politico temporaneo: su di lui pende infatti la denuncia da parte degli Stati Uniti per furto di proprietà del governo e spionaggio. In questa intervista concessa al «The Guardian», Snowden spiega il perché della sua scelta e qual è a suo avviso la posta in gioco, che coinvolge anche chi crede di non avere nulla da nascondere.

Scopo didattico

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La stampa ha ribattezzato “datagate” lo scandalo suscitato dalle rivelazioni di Snowden: si tratta infatti di ventimila documenti segreti che riguardano molti aspetti della vita privata dei cittadini, o meglio di ciò che i cittadini pensavano afferisse alla loro sfera privata, personale, e che invece hanno scoperto essere oggetto di registrazione e archiviazione da parte dei servizi segreti. Si è trattato di un vero e proprio “programma di sorveglianza di massa”, un gravissimo caso di violazione della privacy avvenuto da parte di enti governativi con il pretesto di difendere la sicurezza nazionale. Tra le personalità intercettate figurano personaggi di spicco quali il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e la cancelliera tedesca Angela Merkel: per questo motivo le conseguenze diplomatiche del datagate sono state molto rilevanti e hanno messo in serio imbarazzo i Paesi interessati. Attualmente Snowden ha dalla sua parte il Parlamento europeo e associazioni per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch. L'intera vicenda ci insegna quanto sia delicato il diritto alla privacy nel mondo contemporaneo, che ci mette quotidianamente a disposizione tecnologie raffinatissime che però sfuggono spesso al nostro controllo.

Laboratorio

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Attività
Guardate il video in classe. Poi, con l’aiuto dell’insegnante, dividetevi in gruppi e rispondete alle domande.

1. Nel corso dell’intervista, Snowden parta di libertà di stampa e di espressione: in che modo, secondo voi, sono connesse al diritto alla privacy, soprattutto in casi come questo?

2. Per approfondire l'argomento, guardate anche questa intervista a Edward Snowden apparsa sul «The Guardian» nel 2013. Leggete poi questo articolo dell’Huffington Post che parla della richiesta di grazia inoltrata all’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama e questo articolo di Repubblica che discute delle opinioni di Snowden a distanza di cinque anni dal datagate. Quali sono le motivazioni della scelta di Snowden? Che cosa ne pensate? Dividete il vostro gruppo in “pro” e “contro”, discutete delle vostre motivazioni all’interno dei sottogruppi e, dopo aver nominato un portavoce per gruppo, esprimetele alternandovi.

3. Il Garante per la protezione dei dati personali ha realizzato un video per informare i giovani sui rischi legati all’utilizzo improprio dei social network e un altro per suggerire un uso consapevole delle app su smartphone e tablet. Ci sono dei comportamenti pericolosi che fino a questo momento avete adottato senza pensare alle possibili conseguenze? Quali? Confrontatevi con i compagni.

4. Sul sito del Garante per la protezione dei dati personali, trovate una serie di utili consigli per tutelare i vostri dati. Leggete i testi di approfondimento presenti nelle pagine collegate e analizzate le schede dedicate al Regolamento europeo sulla privacy e alla creazione di una buona password da usare online. Provate poi a stilare in gruppo un vostro decalogo con le regole-base di buona condotta e protezione della privacy su internet.

5. Il Regolamento UE 2016/679, ossia il Regolamento generale sulla protezione dei dati, è entrato in vigore ufficialmente anche in Italia il 25 maggio 2018. Tuttavia, non tutte le aziende si sono adeguate subito alla nuova normativa, e permangono diversi tipi di problemi. Leggete questi due articoli che parlano delle nuove regole sulla privacy di Facebook e del ritardo di moltissime aziende italiane nel recepire il nuovo regolamento europeo. Dopo esservi ulteriormente documentati con una ricerca online, confrontate le vostre opinioni in proposito: che cosa ne pensate della nuova normativa sulla protezione dei dati? Che cosa cambia rispetto al passato? Come giudicate la decisione di Facebook di utilizzare la normativa sulla privacy statunitense al posto di quella europea? Come pensate che le aziende italiane possano adattarsi più velocemente alle nuove normative sui dati personali?